L’ippocampo, un gradito ritorno nei laghi di Capo Peloro

Dopo l’istituzione della riserva naturale, l’ippocampo è tornato dopo più di 50 anni nel sistema lagunare di Capo Peloro

L’ippocampo (Hippocampus hippocampus) è tornato nella laguna di Capo Peloro (ME). Questo pesce appartiene alla famiglia dei Syngnathidae, organismi che hanno il corpo molto allungato, sono carnivori ed in molte specie sono state osservate cure parentali da parte del maschio. Abbiamo tutti bene a mente l’immagine del cavalluccio marino con i piccoli nel “marsupio”.

Anche a causa di queste caratteristiche uniche, sebbene il cavalluccio marino sia presente dal Mare del Nord al Mar Mediterraneo, esso è classificato come una specie minacciata.

L’avvistamento

Nel 2015 sono avvenuti i primi avvistamenti del cavalluccio che hanno portato, nel 2018 online e nel 2020 su rivista, alla pubblicazione di questa ricerca sull’ippocampo a Capo Peloro.

Due individui, un maschio ed una femmina, sono stati trovati sul fondo della laguna ad un metro e mezzo di profondità, sotto una cima sommersa. I cavallucci marini, che non sono abili nuotatori, infatti spesso usano la loro coda per ancorarsi al substrato (rocce, alghe, piante, spugne, briozoi ecc.).

La riserva naturale

Nel 2001 viene istituita la Riserva naturale orientata di Capo Peloro, nel comune di Messina. Capo Peloro è la punta estrema della sicilia a nord-est, e si affaccia direttamente sullo Stretto. Questa zona è un punto cruciale per le migrazioni, tanto in acqua (cetacei, grandi pesci) che in aria (specialmente rapaci e falconiformi).

Dal 2010, inoltre, viene fatto ogni due settimane un monitoraggio subacqueo della fauna da parte dell’Università di Messina. Solo nel 2015 H. hippocampus viene ritrovato nell’area.

Ippocampo Capo Peloro
L’ippocampo utilizza i modi più diversi per ancorarsi al fondale: non solo elementi naturali, ma anche cime e catene possono offrirgli un appiglio per la sua coda prensile

L’ambiente in cui vive

La laguna di Capo peloro è composta da due bacini, il Lago Grande ed il Lago Piccolo. Qui è stato rinvenuto il cavalluccio.

Il fondo della laguna è composto da sabbia, chiazze di Cymodocea nodosa e gusci di bivalvi. Questi ultimi provengono dalle attività di acquacoltura presenti nella zona. Sul fondo del Lago Piccolo vi sono molte cime abbandonate che spesso creano ammassi ed intrecci che possono avere un ruolo nel riprodurre l’habitat naturale del cavalluccio. Esse, infatti, creano per l’ippocampo ripari e luoghi dove ancorarsi.

La storia del cavalluccio a Capo Peloro

Nel 1967 venne fatto un primo censimento dell’ittiofauna presente nella laguna, e vennero registrate 98 specie, incluso H. hippocampus. Il censimento del 2002, l’anno dopo dell’istituzione della riserva, ne riportava solo 46 ed il cavalluccio non era presente.

Tuttavia, nello studio del 1967, il cavallucio era considerato una specie stanziale. Il fatto che non fu più visto per mezzo secolo fece ritenere che fosse completamente scomparso dalla Riserva Naturale di Capo Peloro.

I motivi del ritorno dell’ippocampo

Le conclusioni a cui giungono nell’articolo fanno così pensare che, sebbene pesantemente inquinati ed antropizzati, gli stagni costieri se vengono preservati dalla pesca diretta possono tornare ad essere un rifugio per i cavallucci marini.

L’istituzione della riserva naturale, stabilendo dal 2001 una zona in cui sarebbe stata vietata la pesca, avrebbe così contribuito ad una normalizzazione dei comportamenti e della distribuzione geografica di diversi pesci, favorendo così anche il ritorno a casa del cavalluccio marino.

Per approfondire:

Returning of Hippocampus hippocampus (Linnaeus, 1758) (Syngnathidae) in the Faro Lake–oriented Natural Reserve of Capo Peloro, Italy – Spinelli A, Capillo G, Faggio C, Vitale D, Spanò N – Natural Product Research2020 vol: 34 (4) pp: 595-598 – 2020

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