Phylum Echinodermata

Il phylum echinodermata è diviso in diverse classi, ordini, famiglie e generi.
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Echinodermata: descrizione classi, ordini e famiglie

echinodermata

Nell’intero phylum degli echinodermata ci sono 3 subphylum. Sono il Subphylum Asterozoa, Crinozoa ed Echinozoa. Il primo è quello delle cosidette stelle di mare ed ofiure. Il secondo è quello dei crinoidi, che sono ancorati al fondale. Il terzo ed ultimo è quello dei ricci di mare e dei cetrioli di mare. A livello tassonomico il phylum si trova subito sotto il regno e sopra la classe.

Vediamo ora una breve descrizione delle differenze e caratteristiche salienti di alcune specie di questo phylum.

Classe Crinoidea

La classe dei crinoidi ha origini molto antiche, si stima sia una delle più antiche del phylum echinodermata. Il suo massimo sviluppo, secondo studi paleontologici, è stato raggiunto circa 350 milioni di anni fa durante il Carbonifero. Attualmente ne sono censite circa 625 specie, per lo più abitanti le zone più profonde dell’oceano.

L’alimentazione avviene attraverso la cattura di plancton e particelle organiche in sospensione per mezzo dei pedicelli ambulacrali ricoperti di muco. Alcune ipotesi riguardo la nascita del sistema acquifero, ovvero l’insieme di strutture che permette la locomozione degli echinodermi, sia nato originariamente come sistema per il filtraggio dell’acqua. Il modo in cui i crinoidi lo utilizzano tuttora, quindi potrebbe ricordare l’utilizzo ancestrale del sistema acquifero da parte dei primi echinodermi.

Ordine Comatulida

L’apertura boccale è rivolta verso l’alto, centrale, mentre l’ano è in posizione eccentrica i cirri si articolano sulla piastra dorsale centrale mentre le braccia, che vengono utilizzate per ancorarsi al substrato, si trovano alla base del calice, che è composto di sole cinque placche.

Classe Asteroidea

La caratteristica delle stelle marine è quella di avere raggi o braccia che partono da un disco centrale ma che non sono nettamente separate da esso, e sono forse la classe che attribuiamo più intuitivamente, insieme agli echinoidea, al phylum echinodermata. Le braccia sono solitamente 5, ma possono essere anche 6, 7, 11 o anche 50 in alcune specie. Il coloro è variabile, ed alcune specie sono in grado di rigenerare le braccia perdute o rotte.

Sulla superficie inferiore delle stelle di mare vi sono dei solchi (o docce) ambulacrali dai quali fuoriescono i pedicelli che permettono all’animale, grazie alle variazioni di pressione all’interno dei tubuli del sistema acquifero e delle ventose terminali, di spostarsi sul fondale. Le specie ad oggi conosciute sono circa 1600.

Ordine Valvatida

Questo ordine si distingue in primo luogo per la presenza di cospicui ossicoli marginali che caratterizzano le braccia della maggioranza delle specie. Inoltre essi sono spesso caratterizzati dall’avere cinque braccia e due file di pedicelli a ventosa per la locomozione e la predazione. Sono inoltre presenti papille ed in alcuni casi i pedicelli principali hanno la forma di pinze e attraversano le piastre dello scheletro.

Classe Ophiuroidea

Gli ofiuroidei si distinguono per diversi elementi dalle stelle di mare. In primo luogo le braccia sono più sottili e compatte ed è attraverso il loro movimento che avviene la locomozione sul fondo. Esse sono nettamente distinte dal disco centrale e soprattutto non ci sono solchi ambulacrali aperti ed i pedicelli vengono principalmente utilizzati per la chemiorecezione.

Ne sono conosciute circa 2000 specie, sono distribuite globalmente ed anche ad elevate profondità. Alcune popolazioni possono contare fino a 2000 individui al metro quadro, ed in molte zone sono gli echinodermi più rappresentati.

Ordine Phrynophiurida

In questo ordine le braccia sono molto ramificate e le piastre e gli aculei sono specializzati.

Ordine Ophioderma

Questi ofiuroidei si caratterizzano per non avere le braccia ramificate e per avere piastre ed aculei poco specializzati.

Classe Echinoidea

Le specie della classe dei ricci di mare presentano due forme ricorrenti. globosa o emisferica (gli spatangoidi). Sono state censite all’oggi circa 900 specie. Gli echinoidei non hanno braccia ma hanno una teca, che non si chiama guscio in quanto è interna e non esterna come nei molluschi, composta da piastre scheletriche saldate tra di loro.

Sulla teca si possono distinguere 5 ambulacri, o zone ambulacrali: attraverso queste zone i pedicelli dotati di ventose fuoriescono dalla corazza carbonatica e possono essere utilizzati per la locomozione. Le spine, anch’esse costituite di carbonato di calcio, sono articolate, e quindi mobili, per facilitare il movimento dell’animale sul fondo ed il superamento degli ostacoli.

Classe Holothuroidea

Questa classe è composta da circa 1100 specie, per lo più costituita da organismi bentonici e lenti, conosciuti comunemente come cetrioli di mare per la loro caratteristica forma.

La parte esterna del corpo è molle, senza spine dure, e con il derma che circonda gli ossicoli di carbonato di calcio. La lunghezza in completa estensione può arrivare anche ad essere notevole in alcune specie, circa 2,5 metri, ma più comunementte la lunghezza media si osserva tra i 10 ed i 30 cm.

I pedicelli ambulacrali servono sia per lo spostamento che per l’alimentazione, nel caso che si trovino vicino alla bocca. In alcune specie i pedicelli si trovano solo su un lato, facendo si che esso divenisse il lato che si trova sempre a contatto con il fondo. Aggiunto al fatto che la bocca è ad un estremita e l’ano all’altra, la simmetria di questi animali è tendenzialmente bilaterale e non raggiata, caratteristica accentuata negli organismi che abitano il mare profondo. Questa classe è distribuita globalmente ed anche ad elevatissime profondità.

Ordine Aspidochirotida

Gli animali di questo ordine sono spesso caratterizzati da tentacoli brevi e scuri che utilizzano per tastare il fondale alla ricerca di cibo. Sono provvisti di pedicelli e papille, oltre che di tubuli di Cuvier.

I tubuli di Cuvier sono delle anse cieche dell’intestino, appiccicose, in grado di attaccarsi al corpo di un eventuale aggressore. In caso di pericolo, infatti, il cetriolo di mare si contrae e fa fuoriuscire dall’ano questi particolari organi.

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